La nascita della fusione a cera persa si perde nella notte dei tempi. Ogni grande civiltà ne ha fatto uso, ereditandone la tecnica da civiltà precedenti o riscoprendola per conto proprio: Egitto, Cina, Oriente e Medio Oriente. Nell’Est Europa esistevano miniere di rame, componente primario del bronzo, e fonderie già nel IV millennio a.C.
Nella Grecia arcaica e ancor più in quella classica esisteva una fitta rete di fonderie d’arte, come indicano anche i resti rinvenuti nei pressi del Tempio di Apollo ad Atene, dove si fondevano a cera persa anche statue monumentali.
L’esperienza greca si trasferì a Roma dove già la lavorazione del bronzo era praticata dagli scultori etruschi, artefici di capolavori quali la Chimera d’Arezzo, la Minerva, Aulo Metello soprannominato l’Arringatore. La maggior parte delle fusioni romane diffuse in tutto l’impero, sono state rifuse dai Cristiani; si sono conservate solo quelle che rappresentano Costantino o credute tali, firmatario dell’editto che permise loro la libertà di culto.